Il lavoro che segue in realtà non è di nuova formazione,  facendo parte del gruppo storico dei quattro fabbricati di Patton Springs, ma di un restiling vero e proprio,  operato per l’occasione per consentirne l’esposizione alla prima mostra modellistica nazionale per la scala 1/6 di Abbiategrasso tenutasi dal 28/2 al 6/03/2016.

Molti i lavori operati sulla struttura,  per cominciare da un pesante invecchiamento delle pareti interne ed esterne del fabbricato a base di the,  caffè e catrame liquido,  all’applicazione di calamite sia sul basamento che ai piedi (o meglio alle scarpe) dei figurini per consentirne un adeguato ancoraggio (necessità questa dettata da esigenze espositive),  nonchè tutta una serie di accorgimenti strutturali per adeguare due delle qauttro pareti nonchè la copertura, affinchè potessero risultare completamente visibili al terzo osservatore / visitatore mediante lastre di plexiglass collegate tra loro.

Particolare attenzione è stata posta al mobilio, interamente autocostruito, come la cassaforte, dipinta a mano,  dalla struttura tipicamente dell’epoca,  oltre allo scrittoio realizzato in legno e collocato all’ingresso,  come del resto l’intera parete divisoria interna.  Anche le scritte sulla facciata sono state realizzate a mano libera.

 

 

Come ogni tipica cittadina Old West anche Patton Springs brulica di gente indaffarata nelle proprie faccende.

Questo vuole essere un piccolo sguardo,  uno squarcio di vita quotidiana, rubato qua e la, tra la moltitudine di personaggi che affollano la polverosa main street cittadina.

 

In una cittadina old west che si rispetti non poteva certo mancare lo strumento che più comunemente veniva utilizzato per far applicare la legge:  la forca.

Anche questo pezzo è stato interamente autocostruito in legno,  prendendo spunto dalle strutture tipicamente adottate a quei tempi.

La botola è fornita di un meccanismo che la rende perfettamente funzionante.

 

 

A completamento del personaggio di Mathew Brady,  in precedenza realizzato,  ho pensato di progettare ed autocostruire la sua fedele macchina fotografica,  interamente in legno massello, metallo e pelle.

E’ la prima volta che mi cimento nella costruzione di un macchinario così complesso,  in quanto in passato ho realizzato principalmente complementi d’arredo o strutture più ampie, come i fabbricati;  devo dire di ritenermi abbastanza soddifatto del risultato.

Prossimamente verrà utilizzata per immortalare una pratica abbastanza in voga a quei tempi,  quella di una impiccagione.

 

 

In questa sequenza di foto ritroviamo la costruzione della parte frontale dell’edificio, l’ingresso, con il portico e la caratteristica facciata a punta.

 

In questa sequenza di foto ritroviamo il completamento delle mura perimetrali delle celle,  l’impostazione della copertura delle stesse e l’inizio della costruzione della facciata frontale.

Dopo la modellazione delle mura a mattoncini,  incidendo e scavando il polistirolo ad alta densità,  passo al riempimento dei solchi con un composto di stucco per muratura misto al 50% con colla vinilica.  L’applicazione dell’impasto ricrea la consistenza della muratura,  simulando perfettamente la posa dei mattoni con relativa malta di congiungimento.

La copertura delle celle avviene con travatura in legno,  ricoperta a sua volta da un assito sempre in legno.

La facciata principale,  così come in precedenza eseguito per il saloon,  ha una base in compensato opportunamente ritagliato per porte e finestre,  che in seguito verrà rivestito in fasciame di legno.

 

La costruzione del mio secondo fabbricato Old West risale a febbraio 2011, ultimato a giugno dell’anno successivo.

Ho optato per l’Ufficio dello Sceriffo, un fabbricato più piccolo di dimensioni rispetto al Saloon ma certamente più complesso dal punto di vista realizzativo per via della presenza delle celle e pertanto di una parte muraria rispetto al massiccio utilizzo di legno  in precenza adottato.

E’ stata una sfida interessante,  in quanto mi ha fornito i presupposti e le basi per la realizzazione dei successivi fabbricati,  molto più complessi dei precedenti.

 

A chiusura della lunga carrellata di foto dedicate al mio primo fabbricato in chiave 1a6,  il saloon ,  in questa ultima sequenza vi propongo alcuni personaggi che andranno ad alimentare la popolazione di quella che diverrà la futura cittadina di Patton Springs.

I personaggi femminili che ritroviamo sono stati appositamente creati per me,  con assoluta maestria,  dall’amica Delia (Dede),  la quale si è occupata della progettazione e crezione degli abiti, di tutti gli accessori, delle acconciature e del trucco di queste due signore.  La prima è una gentil donna,  elegantissima,  mentre la seconda è una procace donnina di facili costumi.

Tra i personaggi maschili ne troviamo due creati da Ettore (Interattive),  il Federale,  un Gringo proveniente da Laredo, all’ingresso del saloon e un mandriano,  un brutto ceffo,  prossimo a levarsi la polvere della prateria e qualche voglia in una camera al primo piano.  Vi è anche un figurino da me realizzato,  ispirato ad un personaggio realmente esistito, Mathew Brady,  il famoso fotografo della guerra civile americana, che è anche l’accompagnatore della gentil donna.

 

 

Quello che non mancava mai nei saloon era invece il gioco d’azzardo, tra cui quello maggiormente praticato era il poker.

Molti giocatori professionisti venivano assoldati per attirare ed al tempo stesso spennare clienti.

 

 

 

Nei saloon erano immancabili anche le presenze femminili.  Il loro compito era di tenere compagnia ai clienti, cantando, ballando e amoreggiando con loro, affinchè rimanessero al bancone ad ordinare o ai tavoli a giocare.

Raramente una ballerina era una prostituta.

Alle donnine dai facili costumi era riservato il compito di appartarsi con il cliente nelle camere, che spesso si trovavano ai piani superiori, ai quali veniva concessa una notte  di piacere dietro lauto compenso.