La disfatta

La scena si ambienta durante la tragica ritirata di Russia, vicino al fiume Beresina,  lo si capisce dal tipico indicatore stradale russo che riporta il nome della cittadina di Borisov che era a 10 verste (circa 12 km.) dal fiume Beresina.

Le truppe francesi riusciranno ad attraversare il fiume su due ponti di fortuna mettendo in salvo quel poco che era rimasto della grande armata di oltre 500.000 uomini.

Lo stato delle truppe,  dopo mesi di cammino,  freddo,  fame e imboscate dei cosacchi,  era disastroso,  ognuno si copriva con quel che trovava,  tappeti,  coperte,  abiti civili,  divise di altri reggimenti,  copricapi russi.

Nella scena potete vedere un cavallo morto,  molto probabilmente di un cacciatore a cavallo,  vista la gualdrappa e i finimenti;  accanto il corpo senza vita di un cacciatore a cavallo,  non si sa se il proprietario del cavallo,  infatti l’animale pare essere li da più tempo.   Il cacciatore lo si riconosce per gli stivali e il colbacco, ma indossa una pelisse fuori ordinanza di un capitano degli ussari.  I calzoni sono in pelle di daino.  Stringe la sua spada al petto,  quella spada che lo ha salvato in molti combattimenti,  ma non contro il gelo della Russia.

Sulla sinistra appoggiato alla ruota di un cannone un soldato sfinito si ripara come può dal freddo con in mano una bottiglia di vodka,  trovata chissà dove. Per evitare che la neve entri nelle scarpe si è protetto con dlle pelli.

Semisommersa dalla neve si intravvede la canna di un cannone da 12 pollici e una cassetta porta munizioni per cannone.

 

FABRIZIO PICOTTI